Sono tornati a scuola dopo moltissimi anni. Per qualcuno è perfino passato mezzo secolo. A motivarli tante ragioni diverse: per conseguire un titolo di studio, per aiutare i nipoti a fare i compiti, per non sentirsi emarginati.
Sono una classe di adulti dai 55 ai 70 anni che frequenta il III Centro provinciale di istruzione degli adulti (Cpia) che opera su una zona di Roma “caratterizzata da un diffuso disagio sociale, culturale ed economico”.
Il piano dell’offerta formativa della scuola segnala come estremamente debole e particolarmente a rischio la zona di Tor Bella Monaca, “dove altissimo è il tasso di abbandono scolastico, gravissimo il pericolo di devianza giovanile, elevato i l bisogno di alfabetizzazione primaria”.
Ma “nella realtà del CPIA 3 esiste anche una consistente parte della popolazione che manifesta il desiderio di rientrare in formazione relativamente all’alfabetizzazione dei nuovi linguaggi di comunicazione (informatica) e degli scambi comunicativi internazionali (lingue straniere). Questo è finalizzato all’ingresso o reingresso nel mondo del lavoro, al miglioramento della propria posizione occupazionale ma anche allo sviluppo culturale, familiare, comunitario e sociale dei cittadini nell’ottica di un’autorealizzazione in età adulta per vivere come soggetto attivo e integrato nel sistema sociale. L’allargamento degli orizzonti culturali genera il desiderio di crescita intellettuale anche come alternativa per impiegare il tempo libero (mostre, visite culturali ecc.).”
Per rispondere anche a questa esigenza degli adulti oggi la docente Anna Uttaro accompagna la sua classe nel laboratorio di fabbricazione digitale della Palestra dell’Innovazione, ospitato all’interno della Città Educativa di Roma. A accogliere la motivata classe di adulti è il coach Mauro Del Santo che guida i partecipanti nell’esplorazione delle macchine a controllo numerico.
Intanto gli studenti hanno cominciato a familiarizzare con le nuove tecnologie costruendo una bacheca virtuale con brevi e simpatiche presentazioni.